Descrizione
La chiesa di Sant’Alò, come oggi la vediamo, è il risultato di diversi interventi che si sono accavallati nel corso dei secoli. La chiesa è testimone di una lunga storia, una storia perfino più antica della sua stessa fondazione, se pensiamo che tra i materiali con cui venne edificata si trovano testimonianze di epoche precedenti. I numerosi frammenti incastonati nella muratura, e in particolare i leoni a guardia dell’ingresso, risalenti probabilmente a sepolture di epoca romana, fecero nascere in una personalità colta come quella di Francesco Angeloni l’equivoco che la chiesa fosse stata costruita sulle rovine di un antico tempio dedicato alla dea Cibele. Il testo, diviso in tre parti, riporta nella prima tutte le vicende legate al restauro, nella seconda presenta un ampio repertorio fotografico di schede d’inventario dedicate all’apparato decorativo, mentre la terza parte ospita schede di reperti archeologici e elaborati grafici.